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UFOLOGIA e DINTORNI il blog di RANIERO RECUPERO ricercatore F.U.I. – FEDERAZIONE UFOLOGICA ITALIANA

TRIANGOLO DELLE BERMUDA

TRIANGOLO DELLE BERMUDA IL CASO GERNON

TRIANGOLO DELLE BERMUDA IL CASO GERNON. Il Triangolo delle Bermuda non è l’unico posto misterioso della terra dove si verificano strane anomalie magnetiche, e misteriose sparizioni di aerei, e imbarcazioni, ma è quello che più di tutti ha colpito l’immaginario collettivo delle persone, pur non essendo il più antico triangolo del mistero. A seguire il racconto di uno dei casi più anomali verificatisi all’interno del Triangolo delle Bermuda, in cui i testimoni fortunatamente ne hanno potuto parlare, il caso Gernon.

– ” Bruce Gernon che nella vita faceva l’imprenditore edile, si trovava nel 1970 in compagnia del padre ( immobiliarista ) sul suo aereo il Bonanza A36 ( aereo solido, e dal volo agevole ) alla ricerca di un’isoletta delle Bahamas per costruirvi un villaggio turistico. E prima di questo evento sia Gernon che il padre pur esperti della zona non avevano sentito parlare di misteriose sparizioni in quello specchio di mare che di li a poco avrebbe preso il nome di Triangolo delle Bermuda. I due insieme ad un socio d’affari Chuck Layfayette decollarono all’incirca alle ore 15,00 dall’aeroporto di Andros Town dopo aver atteso che le condizioni meteo migliorassero. Alzatosi in volo Gernon chiamò la torre di controllo di Miami per aver conferme sulle condizioni climatiche, e si portò alla quota di 1000 piedi ( 300 metri ) con una rotta di 315 gradi. Non salirono più alti per via di una copertura nuvolosa a circa 1500 piedi ( 450 metri ), e Gernon si alternò alla guida con il padre con rotta Bimini, collegandosi con il radiofaro, e usando la bussola magnetica, tutto ok fino a questo punto. Dopo circa 10 minuti di volo viaggiando alla velocità di circa 270 km orari, si era raggiunta l’etremità nordoccidentale dell’isola di Andros e si si stavano sorvolando le secche di Grand Bahama, la visibilità dopo una pioggerellina era migliorata, passando da circa 4 km. a 15 km. Quando Gernon cominciò a guadagnare quota notò una nube lenticolare che lui paragonò ad una enorme mandorla a circa 1,5 km. da l suo aereo. Visto che lui nei suoi voli aveva visto tante nubi lenticolari, questa lo stupì, in quanto normalmente li aveva viste ad un’altezza di 20000 piedi ( 6000 metri ), e stavolta era solo a 1500 piedi ( 450 metri ). La rotta a questo punto prevedeva Bimini, e poi direttamente West Palm Beach. Il cielo sarebbe stato sereno fra Andros e le coste della Florida con venti moderati., ma a questo punto a una quindicina di chilometri dalla costa salendo a una quota di 10500 piedi ( 3150 m. ), Gernon notò che la nube lenticolare si era trasformata in un’enorme nuvola bianca e spumosa a forma di cumulo: mentre salivamo di circa 300 metri al minuto, la nube lenticolare che stava sotto l’aereo, sembrava che si accumulasse alla nostra stessa velocità. Gernon a questo punto si rese conto che la nuvola si stava trasformando in un cumulonembo mostruoso.

TRIANGOLO DELLE BERMUDA IL CASO GERNON foto 1

Chuck cominciò ad innervosirsi perchè non abituato a queste situazioni, ma Gernon lo rassicurò che a breve ne sarebbero venuti fuori. Ma subito dopo il cumulonembo raggiunse il Bonaza A36 e lo avvolse completamente. Per ben 5 volte sembrarono uscirne, e invece ne furono risucchiati. A questo punto sia il padre di Gernon che Chuck cominciarono seriamente a preoccuparsi, al punto di suggerire di tornare ad Andros. Ma a questo punto l’aereo riuscì nuovamente dalla nube a circa 3450 metri e il cielo tornò sereno. Ma riprendendosi dal momento di preoccupazione, pur essendo usciti dalla nube , la stessa si riformava nuovamente alle nostre spalle, ma a differenza di quelle tradizionali che si formano in linea, questa si riformava incurvandosi creando un semicerchio perfetto e si irradiava su entrambi i lati dell’aereo. Mentre l’aereo si allontanava dalla misteriosa nube davanti all’aereo se ne formava un’altra con gli stessi parametri , ma che si estendeva a toccare quota di circa 12000 metri della sua sommità. La preoccupazione di Gernon su questa nuova anomala nuvola era che questa sembrava scaturire direttamente dal mare. La possibilità a questo punto di tornare indietro o di aggirare la stessa diventava molto complicato, ma comunque l’accumulo nuvoloso non sembrava minaccioso come quello precedente. A questo punto Gernon dopo un breve consulto con il padre decise di attraversare ugualmente il cumulo nuvoloso, Visto che la distanza da Bimini era solo di circa 70 Km. e Gernon si era già trovato in situazioni simili. Una volta dentro Gernon si rese conto di aver forse commesso un errore. L’interno era buio come fosse calata la notte, ma non rimase buio a lungo, vividi lampi bianchi illuminarono l’interno della nube. Gernon era a questo punto sicuro che era entrato in una tempesta elettromagnetica, ed era in serio pericolo. A questo punto Gernon deviò la rotta di 135 gradi e si diresse verso sud, controllando gli orologi da polso che segnavano le 15,27. Nella strumentazione di bordo un orologio elettronico segnava che eravamo in volo da 27 minuti, contestualmente il padre di Gernon aveva attivato il suo cronografo da polso all’atto della deviazione di rotta, e utilizzando il radiofaro omnidirezionale, calcolò che si trovavano a 60 km. a sud-est di Bimini.  Ma anche questo tentativo non portò nulla di positivo. Infatti la nube sembrava quasi che seguisse l’aereo e che ormai aveva raggiunto un diametro stimato di circa 50 km. A questo punto la preoccupazione di Gernon cresceva di momento in momento, ma sapeva che doveva mantenere la calma. Percorsi circa 15 km. dal punto in cui avevano virato verso sud, Gernon aveva notato un varco nella massiccia nube sul lato occidentale a forma di U. Qusto tipo di forma a U si può riscontrare nei cumulonembi temporaleschi che raggiungono la maturità. TRIANGOLO DELLE BERMUDA IL CASO GERNON foto 2A questo punto Gernon prese l’unica decisione possibile, cioè quella di virare di 90 gradi a destra e cercare di uscire dalla nube dall’unico varco possibile. Mentre Gernon si dirigeva verso il varco, videro le due sommità ad incudine ( U ) delle due formazioni nuvolose collegarsi fra loro formando un buco nella nuvola. Il tunnel era largo dai 15 ai 25 km. , ma nell’avvicinarsi al tunnel si resero conto che il suo diametro si restringeva. Gernon spinse il motore alla massima potenza, quando furono a circa 5 km. dal tunnel, il varco era largo ormai solo 300 metri. A 3 km. il varco si era ridotto a 150 metri, e quando vi entrarono era largo solo 90 metri. A questo punto Gernon ricordò le parole di un suo istruttore che gli aveva detto che questi tunnel all’interno di fenomeni temporaleschi si possono verificare, e non bisognava volarci all’interno, perchè chi lo aveva fatto era sparito, e per sparito Gernon aveva inteso schiantatosi in mare. Gernon rimase stupefatto dalla presenza all’interno di tutta la lunghezza del tunnel di linee che formavano delle spirali. All’inizio nell’entrare nel tunnel lo stesso sembrava essere lungo circa 15 km. con una percorrenza di circa 3 minuti. Mentre man mano che lo si percorreva la lunghezza sembrava ridotta a poco più di 1,5 km. per una durata di circa 20 secondi. Le pareti del tunnel erano bianche e seriche del tunnel ardevano alla luce del sole pomeridiano, e le pareti apparivano simmetriche e si restringevano gradatamente. Si era arrivati al punto quasi all’uscita del tunnel che lo stesso avesse un diametro di circa 10 metri. A questo punto alle estremità delle ali si formarono delle scie di condensazione, e all’improvviso sembrava di trovarsi in condizione a gravità zero, come in assenza di peso, e contestualmente sembrava che la velocità aumentasse. A questo punto usciti dal tunnel Gernon, suo padre e Chuck si sentirono sollevati, ma decisero immediatamente di verificare la loro posizione. Ma subito controllando la strumentazione si resero conto che qualcosa non andava. Gli strumenti elettronici e magnetici di bordo funzionavano male, la bussola magnetica ruotava lentamente e in senso antiorario, come se l’aereo stesse virando. A questo punto Gernon si mise in contatto con la torre di controllo di Miami dicendo che non era sicuro della posizione e che chiedeva un’identificazione radar.

TRIANGOLO DELLE BERMUDA IL CASO GERNON foto 3

L’aereo era equipaggiato con un radarfaro a risposta ( transponder all’epoca uno dei primi ad averlo ), Gernon comunicò che si trovavano a circa 70 km. a sud-est di Bimini diretti a est e in volo a 10.500 piedi ( 3150 metri ). Ma a questo punto il controllore di volo rispose che sul radar non gli risultavano aerei fra Miami, Bimini, e Andros. A questo punto il padre di Gernon afferrò il microfono e disse al controllore di volo << Che diavolo vuol dire che non ci trovate sul radar >>. Il radarista si scusò, ma ribadì che non giungevano segnali dalla zona segnalata da Gernon e del suo aereo. Gernon cercò di rasserenare il padre e Chuck comunicando al controllore di volo di verificare nuovamente il tutto. Ma Gernon si sbagliava. A questo punto Gernon si accorse che davanti a lui fuori dall’aereo tutto sembrava evanescente, non si distinguevano i contorni dell’orizzonte,  e vi era una caligine grigia tutt’attorno a loro. Gli strumenti funzionavano ancora male e la nebbia che vi era al di fuori dell’aereo non era la solita nebbia, aveva qualcosa di diverso, di indefinito. A questo punto l’aereo doveva essere in volo da circa 32 minuti, e secondo i tempi di volo dovevano essere sopra l’arcipelago di Bimini, che si estende per circa 90 km. a sud di Bimini, fino ad Orange Cay, l’isola più meridionale dell’arcipelago. Gernon calcolò che si trovavano a circa 150 km. a sud-ovest di Miami, e a circa 30 km. per superare l’arcipelago di Bimini. Se i suoi calcoli fossero stati giusti, avrebbero superato quelle isole in 6/7 minuti. Lontano sulla destr vedemmo una zona scura che sembrava terra, ma era troppo presto per le isole.

TRIANGOLO DELLE BERMUDA IL CASO GERNON foto 4

Per alcuni minuti proseguirono la rotta sintonizzati sule frequenze di Miami, ma stranamente non furono captate comunicazioni, e la caligine continuò ad avvolgerli. Poi ad un tratto Gernon captò nuovamente il controllore di Miami che comunicava la presenza di un aereo sopra Miami Beach in volo verso ovest. Gernon guardò l’orologio da polso e vide che erano in volo da 34 minuti, era impossibile tecnicamente, perchè come velocità l’aereo non avrebbe mai potuto avere prestazioni simili. Subito dopo la nebbia si diradò, quasi improvvisamente, e sotto di loro si cominciarono a vedere i contorni dell’orizzonte, del mare, e di Miami Beach. A questo punto Gernon ringraziò il controllore di volo e gli diede conferma della loro posizione, guardò l’orologio e vide che erano trascorsi dalla loro partenza solamente 47 minuti, quando negli altri 12 voli con la stessa tratta e lo stesso aereo Gernon non aveva impiegato meno di 75 minuti. ” Gernon prese conoscenza di essersi trovato nel triangolo delle Bermuda, e di essere entrato a pieno titolo nella sua misteriosa storia.

Un racconto decisamente affascinante, quello accaduto all’interno del Triangolo delle Bermude a Bruce Gernon, e che descrisse in seguito l’esperienza nel triangolo delle Bermuda come uno sgradevole viaggio in compagnia della ” Nebbia Elettronica “. Buona lettura

FONTE: Il triangolo del mistero di Rob MacGregor e Bruce Gernon

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RANIERO RECUPERO

APPASSIONATO DI UFOLOGIA E DI ARCHEO MISTERI E DI TEMATICHE COME: TEMPLARISMO,ESOTERISMO,CIVILTA' PERDUTE, PARANORMALE,

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