PALERMO E I GRAFFITI DELLE GROTTE DELL’ADDAURA
Il ritrovamento dei graffiti dell’Addaura è recente ed è stato del tutto casuale. Le tre grotte che costituiscono il complesso dell’Addaura nel massiccio del Monte Pellegrino erano già state studiate dai paletnologi dato che in esse era stato ritrovato lo scheletro di un elefante nano.
Fu dopo lo sbarco in Sicilia e l’arrivo a Palermo nel 1943 che gli alleati, in cerca di un sito idoneo, avevano destinato le grotte a deposito di munizioni ed esplosivi. Lo scoppio accidentale dell’arsenale a fine guerra provocò lo sgretolamento delle pareti della grotta principale e il crollo di un diaframma di roccia portando alla luce i graffiti fino ad allora coperti dalla patina del tempo.
I graffiti vennero studiati accuratamente dalla professoressa Jole Bovio Marconi i cui studi furono pubblicati nel 1953.
In una delle grotte si trova un vasto e ricco complesso d’incisioni, databili fra l’ Epigravettiano finale e il Mesolitico, raffiguranti uomini ed animali. In mezzo ad una moltitudine di bovidi, cavalli selvatici e cervi, viene rappresentata una scena dominata dalla presenza di figure umane: un gruppo di personaggi, disposti in circolo, circonda due figure centrali con il capo coperto ed il corpo fortemente inarcato all’indietro. È proprio sull’identità di questi due personaggi e sul significato della loro posizione all’interno del gruppo che sono state avanzate le ipotesi più contrastanti. Secondo alcuni studiosi si potrebbe trattare di acrobati colti nell’atto d’effettuare giochi che richiedono una particolare abilità. Secondo altri è stata descritta la scena di un rito, che prevedeva il sacrificio di due persone guidato da uno sciamano. Per suffragare quest’interpretazione è stata messa in evidenza la presenza, intorno al collo e ai fianchi dei personaggi, di corde che costringono il corpo ad un innaturale e doloroso inarcamento. Si tratta forse di un rito che prevede l’autostrangolamento, cosa che peraltro è attestata in altre culture. Se si volesse seguire questa spiegazione, si dovranno leggere le due figure mascherate, che circondano i due personaggi sacrificati, come sciamani che assistono ad una cerimonia d’iniziazione.
Le incisioni dell’Addaura rappresentano un ciclo figurativo del massimo interesse per l’inconsueta attenzione dedicata alla rappresentazione scenografica dell’ambiente, un caso limite in tutta l’arte paleolitica. Il trattamento della figura umana, pur nell’ambito di una corrente stilistica presente nel bacino del Mediterraneo, in particolare a Levanzo, (Grotta del Genovese) e nella provincia franco Cantabrica e pur impiegando le stesse tecniche, nella grotta dell’Addaura è qualcosa di assolutamente nuovo per moduli stilistici e per spirito rispetto agli altri ritrovamenti.