GABINETTO RS/33 E LE SPERIMENTAZIONI SEGRETE DI HITLER
In epoca fascista i primi “contatti” avvolti dal mistero
Mussolini andava a caccia di ufo :
ROMA.: Una rivista ha trovato documenti ufficiali sulla passione del Duce Mussolini cacciatore di Ufo.
Dal 1933 stava alla finestra alla ricerca di alieni
Secondo la ricostruzione di Pinotti era nientemeno che Guglielmo Marconi e fu scelto da Mussolini in persona. La caccia all’Ufo durante il governo fascista per ora non si arricchisce di altri particolari, solo una frase curiosa pronunciata dal Duce nel 1941 sull’invasione degli Usa da parte degli abitanti del pianeta Marte. Ma, che si creda o meno all’esistenza degli Ufo, una cosa è sicura. Il primato americano dell’ufologia e’ seriamente a rischio: prima di varcare l’oceano, i dischi volanti hanno fatto un salto in Italia.
E Mussolini nascose l’Ufo di Milano:
Giugno 1933: un “aeromobile sconosciuto” precipita sulla metropoli lombarda. Il duce ordina: “Silenzio assoluto”.
MILANO, 11 APRILE – Il duce guardò il cielo. Trasecolò. Non disse “Quel maledetto Ufo” perchè ancora non si parlava di oggetti volanti non identificati. Forse disse in romagnolo “Sorbole, un’aeronave sconosciuta” e smoccolò a lungo. Fantapolitica ma non tanto. Perchè se i documenti in possesso del Cun, il Centro Ufologico nazionale sono veri e autentici come afferma anche il consulente tecnico incaricato di datarli, un oggetto non identificato piombò un giorno del 1933 dai cieli di Milano. Mentre ciò che restava della navicella aliena veniva ricoverato e infrattato chissà dove, la macchina della censura si metteva in potente movimento. Nessuna notizia. Bavaglio all’Agenzia Stefani (l’Ansa di allora), minacce per i giornalisti di trascinarli fino al tribunale speciale.
Ecco la storia di questo Ufo-crash ante litteram come può essere ricostruita dai documenti in possesso del presidente del Cun Roberto Pinotti e del segretario Alfredo Lissoni.La data è il 13 giugno 1933. Il telegramma porta l’intestazione “Ufficio telegrafico di Milano” e la dicitura “Riservatissimo – lampo – priorità su tutte le priorità”. Come mittente reca la voce prestampata “Agenzia Stefani”. Il testo: “D’ordine personale del Duce disponesi assoluto silenzio su presunto atterraggio su suolo nazionale at opera aeromobile sconosciuto Stop Confermasi versione pubblicanda diffusa dispaccio Stefani odierno stop Idem versione anche at personale e giornalisti Stop Previste max pene per trasgressori fino at deferimento tribunale sicurezza dello Stato stop Per immediata conferma ricevimento stop Direzione affari speciali”. Sono le 16. Ma del misterioso atterraggio si parla già dalla prima mattinata. La macchina della censura si è messa in moto con tempestiva solerzia. Lo conferma un secondo telegramma della Direzione affari speciali. L’orario e’ quello delle 17.07. “D’ordine personale del Duce disponesi immediato dicesi immediato arresto diffusione notizia relativa at aeromobile natura et provenienza sconosciuta di cui at dispaccio Stefani data odierna hore 7 et 30 Stop Disponesi istantanea rifusione eventuali piombi giornalistici recanti detta notizia Stop Previste max pene per trasgressori fino at deferimento tribunale sicurezza dello Stato Stop dare immediata conferma del ricevimento Stop”.E se qualcosa fosse trapelato, se un giornalista malaccorto avesse avuto la temerarietà di pubblicare anche solo un brandello di notizia? Mentre l’incauto avrebbe preso la via di Ventotene, sarebbe stata servita dall’Osservatorio di Brera una versione di comodo: l’oggetto misterioso era solo un enorme meteorite. Insomma è giornata di mobilitazione generale di tutti i gangli vitali dell’aviazione, dello Stato, del regime a cominciare dall’Ovra, la polizia segreta.I telegrammi portano tutti un’unica sigla, quella che parrebbe una “f”.. La stessa “f” che campeggia su una busta intestata “Senato del Regno” e fatta arrivare agli ufologi del Cun Pinotti e Lissoni dove è scritto a stampatello: “Riservatissimo (sottolineato) A mani di S.E. Galeazzo Ciano”. Quindi anche il potente ministro degli Esteri, genero di Mussolini, viene coinvolto nel misterioso crash in territorio milanese. Ancora una “f” sigla una lettera con l’intestazione Agenzia Stefani indirizzata a un certo Alfredo. Si accenna a un caso Moretti del quale “non si pu˜ parlare che a quattr’occhi data la delicatezza e la particolaritˆ della vicenda”. “Se mi chiedi un consiglio, eccolo: non dire a nessuno – ripeto nessuno e ci˜ comprende i parenti più stretti – quanto hai visto”. Ottimo consiglio perchè da un’altra lettera del misterioso “f” si appprende che il povero Moretti (un testimone scomodo dell’atterraggio?) era stato rinchiuso in un manicomio.
Alieni o nemici: per studiarli un pool guidato da Marconi
MILANO, 11 APRILE – L’Ufo “milanese” preoccupò Mussolini. Con ragione. L’Aeronautica italiana, con ben impresse sulle ali dei suoi apparecchi le aquile littorie, era la prima nel mondo. Che un oggetto volante di provenienza sconosciuta planasse sul suolo italico e per giunta a un passo dalla cittˆ che aveva dato i natali al fascismo, suonava come un attentato a quella supremazia. Francese o inglese, si chiese il capo del fascismo? Per sciogliere il suo dubbio spaziale Mussolini costitu“ una struttura segretissima, il Gabinetto RS/33 (RS stava per Ricerche Speciali). Presidente venne designato Guglielmo Marconi, ma il grande scienziato disert˜ tutte le sedute. Componevano il Gabinetto l’astronomo Gino Cecchini professori Vallauri, Pirotta, Crocco, Debbasi, Severi, Bottazzi e Giordani, nonchè il conte Luigi Cozza, come referente organizzativo ed elemento di collegamento logistico con i vertici del regime. Il Gabinetto RS/33 si riunì alcune volte e produsse un dossier di una trentina di pagine che esaminava tutti gli avvistamenti di oggetti volanti sconosciuti dal 1933 al 1940. Il duce non poteva saperlo ma spinto da una preoccupazione più bellica che scientifica aveva dato all’Italia il primato nella nascita dell’ufologia. Era il 1933. Solo quattordici anni dopo gli Stati Uniti battezzarono la nuova “scienza” che studiava gli oggetti volanti non identificati. Foto: Guglielmo Marcon
Fu per quello che Mussolini cercò di convincere Marconi fino alla morte… gli suggerì di sviluppare le onde corte e le microonde per cercare quegli effetti che ormai tutti conosciamo, incluso il radar…
Marconi aveva vinto una causa per la paternità della radio contro l’inventore pazzo Nikolas Tesal e sapeva che già questi era favorevole alle armi ad energie indirette e alle telearmi.
Purtroppo l’inventore italiano era un idiota filoinglese e cristiano pacifinto: perse tempo prezioso non capendo che si giocavano i destini del mondo intero (dall’altra parte un altro scienziato aveva conepito la Bomba Atomica per distruggere l’umanità). Quindi alla morte di Marconi il suo aiutante, inglese, scappò in Inghilterra con tutti i suoi documenti e difatti gli costruì il radar battendo i tedeschi sul nascere… E anche l’Italia perse la guerra, Mussolini e tanti civili italiani la vita, e la guerra delle invenzioni e dei brevetti.
Grazie per il commento. Purtroppo spesso la storia ” scritta ” con corrisponde realmente ai fatti. Ma forse le cose devono andare diversamente.